Basilica di San Michele a Lomello
“…cui statim regina ad se venire mandavit, ipsaque ei obviam ad Laumellum oppidum properavit.”
(…subito la regina ordinò che venisse da lei ed ella stessa si affrettò ad incontrarlo alla fortezza di Lomello). Paolo Diacono, Historia Langobardorum, III, 35.
Era il 590 quando la regina Teodolinda si recò a Lomello per incontrare il suo futuro sposo e re dei Longobardi, Agilulfo. Siamo in territorio pavese e, dunque, longobardo.
Non ci possiamo certo stupire se troviamo, qui, una Basilica dedicata a San Michele: sappiamo, infatti, che gli ariani Longobardi, una volta convertitisi al cristianesimo, elessero l’Arcangelo a protettore del loro popolo. Ovunque i Longobardi hanno disseminato tracce del loro Protettore.
La fondazione risale ai primi decenni del XII secolo. Nonostante la discutibile facciata baroccheggiante, l’interno ha conservato lo stile romanico lombardo ed è davvero molto affascinante.
Purtroppo l’iconografia di Michele qui è piuttosto deludente: quello che vedo raffigurato su una grande tela ad olio (primo ottocento) appesa sulla sinistra del transetto, è un Arcangelo alquanto enfatico e retorico, su tinte fosche e intento a sconfiggere un improbabile satana antropomorfo e caudato.
Se si solleva lo sguardo ad osservare la cupola sopra l’altare maggiore si può osservare una più interessante composizione, un affresco della cacciata degli angeli ribelli dal Paradiso (la preferisco decisamente al quadro ottocentesco!).
Il “pezzo forte” è costituito dal il tiburio ottagonale, che si può osservare solo se ci si pone ad una certa distanza dalla Basilica, lungo la via Cavour.
Lomello merita una visita: oltre alla Basilica di San Michele, sicuramente più meritevole dal punto di vista storico ed architettonico sono la Basilica romanica di Santa Maria Maggiore ed il Battistero di San Giovanni ad fontes.
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