Michele Arcangelo nell’Apocalisse a San Pietro al Monte

Alle pendici del monte Cornizzolo sorge il magnifico complesso abbaziale di San Pietro al Monte, la cui origine si perde nei secoli. La tradizione fa risalire la sua fondazione all’epoca longobarda. Infatti la leggenda narra che Adelchi, figlio del re Desiderio, perse la vista proprio qui, durante una battuta di caccia, e la recuperò per intervento divino, bagnandosi ad una fonte ritenuta miracolosa. Re Desiderio avrebbe fatto costruire una chiesa dedicata ai Santi Pietro e Paolo per ringraziare Dio.

Un luogo incantevole: una terrazza panoramica che lascia sempre senza fiato e una tappa obbligata lungo il sentiero che conduce alla cima del Cornizzolo. È una serena e calda domenica di ottobre quando decido di tornare qui per l’escursione alla vetta e per rivedere questo luogo incantevole.

Non è possibile riassumere in poche parole i tesori vi si possono ammirare , ma vorrei soffermarmi sull’affresco che narra il cap. XII dell’Apocalisse di San Giovanni, con l’Arcangelo Michele che sconfigge il drago così che il bene possa trionfare sul male. Davvero espressivo e avvincente!

Si tratta di un vero e proprio racconto pittorico che si legge partendo da sinistra, dove si vede la donna partoriente, il sole sopra di essa ed ai suoi piedi la falce di luna. È minacciata da un terribile drago a sette testa e dodici corna, che con la coda precipita le stelle dal cielo.

Michele Arcangelo è raffigurato in tutta la sua magnificenza, in tenuta da centurione romano, a proteggere il bambino che è nato. Egli guida le milizie celesti per sconfiggere il mostruoso dragone. Nella parte centrale il bambino si rivela il Cristo vincitore seduto sul suo trono con un gesto di accoglienza e sovranità espresso dalla mano destra. Sul fondo dell’affresco si possono scorgere, appena abbozzati, gli angeli ribelli che vengono precipitati nell’abisso mentre si aggrappano disperatamente al nulla.

In cima all’affresco è l’agnello sacrificale, l’artefice della vittoria del bene sul male.

Potrei restare per ore, emozionata, con la testa all’insù ad ammirare questa rappresentazione che sprigiona una vivida espressività, vera catechesi per immagini.

La passeggiata che conduce da Civate al complesso abbaziale è alla portata di tutti.

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